Il Carro, il numero VII

La genialità e l’energia degli italiani che non si fermano davanti a nulla , sta esplodendo come non mai, ed ecco che questa sensazione di “passivo – dinamismo” che ci attanaglia ci invita a salire sul carro, che presto diventerà il carro dei vincitori.
Nell’Arcano No. VII “Il Carro” vediamo in genere due cavalli che tirano in direzioni opposte ma entrambi rivolti verso la stessa meta. Questa carta rappresenta la gloria e il simbolismo ci dice che è il moto che vince ogni attrito.
Il carro rappresenta l’azione nel mondo .E’ il trionfo dello spirito sulla natura . Il carro incita anche a farsi domande sui mezzi che si utilizzano per intervenire sul mondo e sul modo con cui uno guarda la propria vita . Il carro è pieno di forza, viaggia insieme al tempo senza mai uscire dall’attimo, vuole vivere a lungo quanto l’universo. 
Il condottiero non è spaventato da nessuna impresa, può andare in guerra o nutrire tutti gli abitanti della terra. Il carro è il centro di una sfera crescente. Quando “saliamo” sul carro i nostri fallimenti diventano nuovi punti di partenza e le tante ragioni per rinunciare non valgono a niente di fronte all’unica ragione per continuare.
Pur conoscendo la paura questo non riesce a fermarsi, ogni baratro diventa fonte di energia. Il mio abbinamento personale all’arcano No. VII è il Carro del SS. Salvatore. A Viterbo la devozione del SS. Salvatore inizia a manifestarsi nell’ultimo scorcio del XII secolo. La solenne processione partiva dalla chiesa di S. Maria Nova dove formava il corteo secondo l’ordine previsto dalla Statuto. Apriva la processione l’Arte dei bifolchi a cavallo, onore concesso in memoria degli stessi che rinvennero l’immagine dal Salvatore nel 1283 nel campo della Chirichera. Nel 1901 sia per la scomparsa delle Corporazioni delle Arti che per l’ormai affermato culto di S. Rosa la processione cessò per un certo tempo per essere poi ripresa nel 1918. 
Anche la Macchina di S. Rosa può essere assimilata ad un carro , questa non trainata ma sollevata da 100 uomini , che insieme e contemporaneamente seguono i “comandi” di un capo “facchino “, che li condurrà ad un loro traguardo. Anche noi stiamo facendo esattamente lo stesso, seguiamo degli ordini che ci porteranno ad una meta, ad un traguardo. E così come il significato generale della carta rappresenta la gloria mi piace credere che non sia un caso che questa ultima macchina si chiami “Gloria”. 
Il prossimo 3 settembre sono certa che percepiremo il buio come un tenue sottofondo poiché saremo abbagliati solo dalla sua luce.