Il Giudizio, il numero XX

È da ieri che il mio “sguardo” si è fermato sull’immagine della nostra città piena di gente – come presto tornerà ad essere – per partecipare alle nostre incantevoli manifestazioni religiose. Parlando del “Carro del SS. Salvatore” mi è stato impossibile non collegarlo alla Macchina di S. Rosa, che oggi mi “trasporta”  verso l’Arcano XX “Il Giudizio”. 
Il simbolismo di questa carta ci dice che siamo di fronte all’ultima possibilità per uscire dal carcere della materia. Rappresenta un mutamento, un cambiamento di posizione. Il significato generale ci dice che solo chi ascolta il richiamo dello spirito può tramutare se stesso per rinascere a nuova vita. Il giudizio interviene a questo scopo, per distinguere ciò che è spirituale da ciò che è materiale, ci invita a penetrare nella profondità delle cose, dove dorme un pensiero che deve animarsi e farsi assimilare nel nostro spirito. 
Questo angelo con il suono della sua tromba sembra che aspetti il segnale per fare echeggiare il suono per far risvegliare le anime e farle resuscitare. I morti resuscitano non nella materia ma nello spirito. La vittoria di conseguenza è quella dello spirito che supera gli ostacoli opposti alla materia. La materia non va vista come una nemica da distruggere ma come una sostanza da utilizzare poiché essa imprigiona lo spirito ma solo per costringerlo allo sforzo liberatorio. 
In questo risveglio alla vita spirituale il mio abbinamento personale all’arcano XX è stato “l’Angelo del Monteverde”. Nella pianura di S. Lazzaro è situato il camposanto monumentale di Viterbo. Varie cappelle sono notevoli per ricchezza e disegno, fra queste troviamo quella dedicata alla memoria di Filippo de Parri  sulla cui urna Giulio Monteverde fece il suo meraviglioso angelo della risurrezione. Nella carta appare un angelo che annuncia un giudizio, e dalle tombe sorgono, un uomo, una donna e un fanciullo. 
Nella iconografia della risurrezione dei morti in genere si vedono corpi nudi a ricordare che in fondo l’uomo nasce nudo e nudo ritorna alla terra. È proprio dalla nostra terra che da secoli continua ad affondare la “radice” di una tradizione che permane nel crescere e nel germogliare. Questa “Rosa”, musa ispiratrice della macchina “Ali di luce” ha preso a prestito anche la bellezza dell’Angelo del Monteverde, che per prima aprendo le sue ali ci ha portato in una dimensione di spiritualità collettiva. Impossibile non pensare alla nostra città piena di persone, amici, sconosciuti, uomini, donne, cristiani, atei, un pò come negli arcani, tutti insieme anche se diversi con un unico desiderio , quello di vivere una emozione cosmica. 
Una emozione si sa è qualcosa che ti arriva di inaspettato, qualcosa che ti blocca il respiro ma solo per la bellezza della visione. Ecco noi viterbesi siamo abituati al trasporto della Macchina di S. Rosa e solo lei riesce a toglierci il respiro …nessun altra cosa. “Sollevate e fermi  ! ….Avanti ….uno… “…vi invito a vedere il video” Il Facchino – Elia Caprera feat Mammorappo

ARCANO XX – Il Giudizio, l’angelo, le tombe